Riserva Zompo lo Schioppo

La cascata

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la cascata

130 metri
di salto

Zompo lo Schioppo è un esempio di sorgente carsica intermittente che si estingue annualmente nei mesi estivi e autunnali. L’acqua sgorga da una ripida parete calcarea con un salto di oltre 130 metri, formando la cascata naturale più alta dell’Appennino.

Il legame che intercorre tra il paesaggio della Riserva e l’elemento acqua è talmente marcato da condizionarne tanto l’aspetto quanto l’ecosistema.
Questo legame e la suggestione che ne scaturisce non sfuggì all’attenzione dei visitatori del passato, tra questi Alexandre Dumas, che ne fecero l’elogio nei propri appunti di viaggio. I boschi di faggio esercitano su questo sistema una funzione “protettiva”, costituendo con esso una unità di paesaggio che è l’immagine stessa della Riserva.

la cascata

acqua
e carsismo

L’elemento acqua manifesta la sua presenza in ogni ambiente della riserva, dalle più alte sorgenti poste a quota 1700 metri, fino a lambire i centri abitati alle quote più basse.
Ma questa visibilità rappresenta solo un aspetto del suo corso: nascosta alla vista, una ramificata idrografia sotterranea legata al diffuso carsismo, prende corpo in grotte, vallette carsiche, pozzi e doline, spingendosi tra i calcari fessurati che costituiscono gran parte dell’ossatura di questi monti, fuoriuscendo in taluni casi in copiose sorgenti come quella della Pantaneccia che garantisce con la sua acqua il fabbisogno idrico della Valle Roveto.

la cascata

L'acqua
che produce

Infine viene l’uomo, artefice delle sembianze meno spontanee dell’acqua, a intervenire sulla trama idrografica del territorio con la sua impronta costruttiva. I corsi artificiali, canali di varia dimensione, segnano il territorio per carpire all’acqua le sue potenzialità.

È nota la capacità tecnica con cui in passato l’uomo era in grado di canalizzare le acque per l’irrigazione o per azionare macchinari. Questa tradizione, particolarmente viva tra i monaci cistercensi, sopravvive grazie alle formelle, canali in terra ancora oggi utilizzati per irrigare i coltivi, testimonianza di un modo di intervenire sul territorio in modo discreto. Di maggiore impatto è il grande canale artificiale creato dall’Enel, che riversa le acque del torrente Lo Schioppo in un laghetto di “carico”, per muovere infine, attraverso una condotta forzata, le turbine di una delle centrali elettriche presenti nel territorio di Morino.

la cascata

le stagioni dell'acqua

Cascata invernale
le stagioni dell'acqua

il suono
dell'inverno

D’inverno, nell’atmosfera ovattata degli alberi carichi di neve, all’improvviso il fragore della cascata rompe il silenzio della valle, come lo sparo dello “schioppo” che le ha dato il nome, il tipico fucile dei briganti che popolavano queste zone.

le stagioni dell'acqua

La luce
della primavera

A primavera, con lo scioglimento della neve, la cascata raggiunge il massimo della sua portata ed esprime tutta la sua potenza con un getto impetuoso, visibile a chilometri di distanza con lo scintillio delle gocce che intercettano la luce del sole.

Se sei un viaggiatore che vuole davvero esplorare e vivere l’ambiente, allora il Turismo responsabile della Riserva fa per te: un nuovo, più etico e coinvolgente modo di intendere la visita del territorio che regala esperienze uniche ed emozionanti, in totale armonia con la natura.