LA FLORA
Il paesaggio agrario, che si protende dal fondovalle del fiume Liri lungo i versanti a morfologia collinare del torrente Romito, lambisce i confini orientali della Riserva; appezzamenti in attualità di coltivazione si alternano ad altri abbandonati,
via via più frequenti procedendo verso la montagna, a diversi stadi di ricolonizzazione da parte della vegetazione spontanea erbacea e legnosa; siepi e filari, a delimitazione dei campi, conferiscono al paesaggio stesso un aspetto “tradizionale” e contribuiscono alla sua varietà, insieme ai lembi di bosco, residui nelle aree più inospitali per l’agricoltura.
Il limite inferiore della Riserva segna il passaggio ad una morfologia più aspra, e con essa il mutamento della copertura vegetale, al variare dell’altitudine, delle esposizioni, dei suoli.
La componente più cospicua è costituita senz’altro dai boschi di caducifoglie submontane e montane, che caratterizzano il territorio della Riserva, con rare soluzioni di continuità, fino ai 1.800 m. La vegetazione della Riserva e delle località limitrofe che si manifesta con una ricchezza floristica di oltre 300 specie, è caratterizzata da estese e tipiche faggete che da una quota minima di 900-1000 metri si elevano sin’oltre i 1800 m.s.m..
Non manca l’alto fusto con esemplari plurisecolari dal portamento eccezionale; un cospicuo lembo della faggeta si spinge in basso fino ai 700 m, con esemplari maestosi per età e portamento. Il faggio (Fagus sylvatica), rappresenta la formazione climax della fascia montana dell’Appennino tra i 1000 e i 1800-1900 m.s.m., intendendo per climax la fase conclusiva di un tipo di vegetazione, stabile, in stretta relazione con le caratteristiche edafiche e climatologiche di una regione; nello stadio di climax l’unica evoluzione possibile si manifesta solo nel senso del regresso.
La copertura boschiva della Riserva copre nel suo complesso oltre l’80% dell’estensione dell’area protetta. Il “piano subcollinare”, che nel nostro caso si estende a partire dall’altitudine di 600-700 m.s.m., include tutte le specie tipiche di quella fascia altitudinale, in quanto presenta una vegetazione submediterranea, con querceti termoxerofili a roverella (Quercus pubescens) e una vegetazione submontana con querceti mesofili a cerro (Quercus cerris), in questa fascia basale si rinvengono, oltre alla citata roverella e al cerro anche l’acero campestre (Acer campestre), l’acero minore (Acer monspessulanum), il melo selvatico (Malus sylvestris), l’Acer obtusatum, il carpino bianco (Carpinus betulus), il carpino nero (Ostrya carpinifolia), il sorbo domestico (Sorbus domestica), il sorbo montano (Sorbus aria), l’orniello (Fraxinus ornus), il tiglio (Tilia platyphyllos), il nocciolo (Corylus avellana), il maggiociondolo (Laburnum anagyroides), il ciliegio canino (Prunus mahaleb), il ginepro comune (Juniperus communis), il biancospino (Crataegus monogyna), la rosa canina (Rosa canina), ecc..